Vernissage 2018

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45 anni e non sentirli. Una lunga storia che guarda al presente, la stagione 2018 con il vernissage di oggi presso l’Eurotorri e con la novità della pubblicazione dell’year book, ma che mira lontano. «Non ci siamo mai fatti mancare niente, come testimoniano scudetti e finali, ma al di là di ciò la base sono questi bambini» dice il responsabile tecnico Sandro Rizzi riferendosi al minibaseball «E’ grazie a loro se ci sono quelli più grandi. Una società che non ha storia non ha futuro e noi guardiamo avanti. Il senso di appartenenza di questi ragazzi, come hanno dimostrato l’anno scorso a Modena in occasione delle finali scudetto, ci dà la voglia e la spinta per far sempre qualcosa in più». Sul palco dell’Eurotorri ha portato un saluto particolare il consigliere comunale e membro di alcune commissioni, Oronzo Pinto, in quanto anche arbitro di softball: «Ben vengano tutti questi ragazzi. Lo sport deve impegnarvi per raggiungere i vostri obiettivi. Ci vedremo sul campo, con alcune di voi». Saluti venuti anche dal delegato comunale Coni, Antonio Bonetti, dal presidente di Avis San Pancrazio, storico partner sociale, Paolo Bocci, e da Guido Pellacini della Scuola baseball parmense. Quest’anno il gruppo Crocetta fa 13. Tante sono le squadre messe in campo: 3 nel softball, che rivede la serie A, 10 nel baseball. Per quanto riguarda la serie B maschile si va sempre più nella direzione tracciata qualche anno fa ovvero di un roster interamente formato da giocatori cresciuti in casa: una squadra molto giovane, ma c’è fiducia nel lavoro di tutti. Domani, alle 11, al Fainardi, prima uscita con i tedeschi dell’Heidenheim, campioni nazionali. Le considerazioni del presidente Ivan Ferrarini: «Un grazie a tutti voi e agli sponsor che ci consentono di mettere in campo i 175 atleti, 30 tecnici oltre a tutto il resto. Abbiamo lavorato tantissimo per non lasciare nulla al caso. Finalmente si comincia. Mi piace ricordare un aneddoto. Ieri sera, per caso, mi è venuto in mano l’articolo della Gazzetta di Parma del 2003 di quando è venuto a mancare Enzo Fainardi. Alla fine le cose che venivano dette da mio padre e da Sandro sono le stesse che stiamo portando avanti anche ora: di lavorare sui giovani, che possano andare in categorie superiori se lo meritano e che molti vogliano continuare a essere tesserati anche con noi. Lo scudetto della Crocetta è racchiuso in questa frase, detta allora da Sandro: si vinceva, si perdeva, ma si era sempre vincitori perché si stava insieme ed era bello esserlo».

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