Silenzio e commozione, questa mattina, al diamante Fainardi per l’estremo saluto al nostro presidente Giovanni, per tutti Gianni, Ferrarini alla presenza di tutte le squadre del gruppo e di tante persone del mondo del baseball, Crocetta e non. Interrotti soltanto dall’inno Crocetta e dalle parole del figlio Ivan: «Salutiamo “Giannone”, come lo chiamavamo noi in famiglia. Presidente perché ha fatto il presidente di moltissime cose, ma quella che gli dava più soddisfazione era senza dubbio la Crocetta: era pieno di giovani e si sentiva un po’ più giovane lui. Lui è nato più o meno là – indica con la mano, Ivan, un punto oltre l’esterno verso il semaforo di San Pancrazio -, a circa 200 metri di distanza, per cui si sentiva a casa. La continuità è la cosa più importante. Lui ha dato la possibilità a tanti giovani di poter provare e andare avanti, cosa cui teneva tanto. L’ultima cosa è di ricordarlo sempre con il sorriso; oggi è il giorno della tristezza, ma da domani sono sicuro che tutti lo ricorderemo con un sorriso, magari a una grigliata e con la birra in mano, come piaceva a lui. Grazie a tutti per l’affetto, anche da parte di mia mamma e mio fratello. Ora lo lasciamo andare».
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